Gli smartphone uccidono l’amore (Clicca per leggere)


Pare che nell’era moderna il telefonino sia il miglior amico delle donne infedeli, soprattutto se si parla dei più moderni smartphone. Ad assegnargli l’insolito titolo è Gleeden.com, il primo sito di incontri per persone sposate in Italia. Secondo la loro indagine, il 37% degli utenti che lo sceglie è donna. Fedifraghe che, spiega lo stesso sito di incontri, trovano un complice nel cellulare: il 62% scambia tra i 5 e i 10 sms al giorno e più di 5 e-mail, anche se gli sms sembrano i loro preferiti perché più facili da gestire, mentre il 41% trascorre più di 20 minuti al telefono al dì. L’orario migliore va dalle 21 alle 23.30 (39%); segue la fascia oraria 13-15 (32%).
Il computer, quando utilizzato per contattare «l’altro», è invece, quello del lavoro (per il 54% delle intervistate) o il personal computer (28%) che offrono più discrezione di quello di casa. Solo il 18% delle intervistate utilizza, infatti, quest’ultimo perché giudicato «troppo poco discreto».
Ma tornando al complice più gettonato, il telefonino, il 48% dichiara di utilizzare un codice dal quale non si separa mai; il 35% non registra il nome del proprio amante sul cellulare; l’81% cancella abitualmente la cronologia; e il 39%, giusto per non correre rischi, di telefonini ne ha ben due: uno noto al compagno ufficiale e uno segreto per l’amante.
Insomma, possiamo dire che se è vero che l’infedeltà è sempre esistita, rete mobile e internet hanno senz’altro accorciato le distanze, come mostrano appunto le risposte delle 1.500 iscritte a Gleeden intervistate. D’altra parte non poteva che essere così visto che queste reti di comunicazione sono le più utilizzate per fare tutto. Con la scusa di risparmiare tempo prezioso le usiamo per fare shopping (13%), seguire l’attualità (18%) e, infine, per incontrarci su Social network e siti di incontri (42%). E siccome una parola tira l’altra, anche 160 caratteri possono bastare per far scoccare la scintilla tra lui e lei. E tanti saluti all’attuale compagno che tanto, zitto zitto, starà flirtando con la donna fedifraga di qualche altro. Via sms, naturalmente!
Alla base di tutto vi è, tuttavia, sempre una sostanziale incomunicabilità tra uomini e donne che nell’era moderna può risultare accentuata più che causata dai nuovi mezzi di comunicazione e dall’eccesso di utilizzo che ne facciamo. Smartphone & Co. possono, infatti, rovinare i rapporti di coppia anche quando non vengono utilizzati per trovare o gestire amanti segreti, perché sempre più persone hanno preso l’abitudine di comunicare con telefoni e altri strumenti anche quando non lavorano e sono in compagnia del partner. Sarebbe, insomma, la mania dei connect people la vera tomba dell’amore di oggi.
Secondo un sondaggio condotto dall’organizzazione britannica YouGov per conto di un fornitore di servizi, la Firstsource Solutions, l’abitudine di controllare e rispondere alle email, ai messaggi sul social network e via discorrendo, anche quando non sono al lavoro e, magari, sono in compagnia del partner o amici affligge circa il 35% dei possessori di Blackberry, iPhone, tablet e altri strumenti di comunicazione ed è fonte di irritazione e fastidio da parte di chi assiste o si trova a dover condividere la (mancata) compagnia di queste persone tanto da diventare sempre più spesso causa di litigi e rotture.
A soffrine di più stavolta sono gli uomini. Sono loro infatti, i più contagiati dal virus del cyberspazio con una percentuale di iperconnessi che supera, seppur non di tantissimo quella delle donne (37% contro 28%). In pratica una persona su dieci degli oltre 2.000 adulti di entrambi i sessi intervistati controlla le email anche quando è in vacanza. Uno su 6 invece aspetta il weekend per farlo o quando è a riposo dal lavoro. Infine, uno su cinque controlla la posta dopo l’orario di lavoro. Tutte situazioni che possono irritare chi ci sta accanto, il o la quale al fatidico ti amo, volente o nolente, si sentono rispondere al posto del vecchio «idem» un più attuale «due minuti». Sì, insomma, avete capito: i famosi «due minuti» che nella migliore delle ipotesi diventano delle mezz’ore e anche più. Quello che non cambia è la conseguenza: discussioni e litigi tra i partner conditi da lacrime e grugniti, recriminazioni e richiesta di prova d’amore immancabilmente disattese fino alla inevitabile rottura.
Ovviamente quello che interessava alla società che ha dato incarico di condurre il sondaggio era la diffusione e l’abitudine all’utilizzo degli smartphone e non vi è dubbio che a loro importasse poco di cosa succede nella vita amorosa dei possessori. E, infatti, Santanu Nandi, portavoce Firstsource, era più che contento di poter dire che «questa indagine dimostra quanto i telefoni intelligenti sono diventati una parte indispensabile della vita quotidiana con un numero sempre più alto di persone che sentono il bisogno di controllare la posta regolarmente, anche se non sono al lavoro».
I connect people sono insomma sempre più diffusi. Speriamo almeno che si accoppino tra loro, altrimenti la gioia delle società di fornitura servizi come la suddetta non sarà ugualmente corrisposta dai partner di chi è sempre connesso alla Rete anziché a loro.

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